La deglutizione

Rossana Tosi - Sorrisi felici
Dentisti in allegria
17 Luglio 2017
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deglutizione - Sorrisi felici

La deglutizione

La deglutizione non può essere definita come un gesto, non richiede movimenti articolari e gli interventi muscolari necessari sono solo in parte sotto il controllo volontario. Ci è comunque sembrato opportuno trattare brevemente l’argomento per motivi di completezza ed anche in considerazione della relativa frequenza con cui il terapista si trova ad avere pazienti che presentano, tra l’altro, disturbi della deglutizione.

I canali alimentare e respiratorio presentano il tratto iniziale in comune: durante la deglutizione la via digerente offre meno resistenza mentre la via respiratoria è momentaneamente chiusa all’imbocco del laringe, durante la respirazione accade l’inverso.

La deglutizione inizia volontariamente e prosegue per via riflessa a seguito di una complessa coordinazione sensitivo- motoria regolata da un « centro » situato a livello del tronco cerebrale a cui giungono afferenze da recettori sensitivi faringei (tramite V, IX e X paio) e da cui partono segnali motori per la muscolatura (tramite V, VII, IX, X e XII paio di nervi cranici). Inizia con movimenti “volontari” delle guance, della lingua e della cavità buccale in senso lato per proseguire con movimenti “automatici” a livello di palato, faringe e laringe.

La successione degli eventi è la seguente:

1) la lingua spinge il bolo in alto, verso il palato duro, e all’indietro, verso il palato molle e l’orofaringe;
2) contemporaneamente la parte posteriore della lingua si abbassa per facilitare il passaggio in faringe del bolo.

Quest’attività volontaria ha per scopo la riduzione della capacità del cavo orale e l’impiego della lingua come un piano inclinato per lo scorrimento del contenuto buccale. I muscoli impegnati sono: il buccinatore, per tenere il cibo entro i limiti della dentatura; il miloioideo con il genioioideo, per mettere in tensione e sollevare leggermente il pavimento della cavità buccale inclinandolo all’indietro; inoltre i muscoli intrinseci della lingua, in particolare i longitudinali, determinano la pressione della sua parte anteriore sul palato duro mentre i muscoli stiloglossi ne sollevano i lati ed i genioglossi ne deprimono la parte centale e posteriore.

A questo punto inizia la parte “automatica” della deglutizione con:

3) l’elevazione del palato molle che chiude l’accesso al rinofaringe ed impedisce una falsa strada al bolo: intervengono i muscoli tensore del palato ed elevatore del palato;
4) la parete faringea viene tirata verso l’alto, sopra il bolo, dai muscoli palatofaríngeo e stilofaringeo che nel contempo, tramite la cartilagine tiroidea, sollevano il faringe;
5) una breve inibizione del respiro evita che il bolo entri in trachea; il laringe si sposta in avanti e si chiude con l’abbassamento dell’epiglottide mentre le corde vocali sono in tensione;
6) l’osso ioide, il cui compito è quello di offrire un ancoraggio a lingua e laringe, si innalza, si muove in avanti (muscolo genioioideo) e, successivamente al passaggio del bolo, si sposta all’indietro in modo da restringere l’orofaringe aumentando la spinta della lingua sul bolo e la discesa dell’epiglottide sull’accesso laringeo: in tal modo l’entrata del laringe viene sollevata al di sotto della parte posteriore della lingua;
7) i muscoli costrittori faringei e longitudinali danno inizio all’azione peristaltica contraendosi, per cui si riduce il calibro della via alimentare e si realizza un gradiente presso rio;
8) infine si rilascia lo sfintere per cui il bolo, anche per via del movimento verso l’alto dí faringe e laringe, entra in esofago.

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